(Bruxelles) La distribuzione dei seggi dell’Assemblea Ue deve seguire le disposizioni generali di cui all’articolo 14 del Trattato sull’Unione europea. “Tali disposizioni concernono le dimensioni del Parlamento europeo, il numero massimo e minimo di seggi assegnati a ciascuno Stato membro e il fatto che i seggi debbano essere assegnati in base al principio della proporzionalità degressiva”, ovvero in base alla popolazione nazionale. Il Trattato stabilisce attualmente che i seggi devono essere “750 più il presidente”, ovvero 751. Nella proposta contenuta nella relazione, i seggi eletti in sede nazionale scenderebbero a 705 (con 27 scranni riassegnati aumentando lievemente la “dotazione” di alcuni Paesi). I 46 seggi rimanenti potrebbero essere a loro volta assegnati con elezione, nel maggio 2019, su liste transnazionali (30?) e i rimanenti per il momento “congelati” in vista di eventuali future nuove adesioni. Nella proposta contenuta nella relazione, sui 27 seggi riassegnati, 5 a testa andrebbero a Francia e Spagna, i Paesi più “premiati”; all’Italia ne andrebbero invece solo 3, come ai Paesi Bassi (che hanno circa un quarto della popolazione italiana). Due seggi in più andrebbero all’Irlanda. Infine un seggio in più arriverebbe a Danimarca, Estonia, Croazia, Austria, Polonia, Romania, Slovacchia, Finlandia e Svezia.