Liliana Segre senatrice a vita: a Pagine ebraiche, “onorata ma non smetterò di parlare ai ragazzi”

“Il presidente Mattarella mi ha chiamata poco fa e mi ha dato la notizia. È un’onorificenza molto bella, di cui andare orgogliosi ma la mia vita non cambia, continuerò a dare la precedenza alle scuole. Il mio compito è quello di parlare ai ragazzi e non smetterò di farlo”. Lo racconta Liliana Segre, Testimone della Shoah sopravvissuta ad Auschwitz, nominata oggi  senatrice a vita della Repubblica italiana a Pagine ebraiche. Raggiunta telefonicamente al telefono dal portale dell’Unione delle comunità ebraiche, Segre ha detto: “La vita è molto strana, sono così vecchia che purtroppo mi ricordo delle leggi razziste di 80 anni fa. Allora la mia colpa era quella di essere nata. Oggi mi viene riconosciuto come merito. Questo ho detto al presidente quando mi ha chiamato per annunciarmi la nomina”. Liliana Segre, allora tredicenne, assieme al padre Alberto fu condotta il 30 gennaio 1944 al binario 21 della Stazione Centrale di Milano e da lì i due furono deportati ad Auschwitz assieme ad altri 600 ebrei. Tra quelle centinaia di persone, solo in ventidue tornarono. Liliana tra questi, mentre il padre fu ucciso ad Auschwitz. Da anni Segre dedica il suo tempo e il suo impegno per raccontare alle nuove generazioni la tragedia della persecuzione nazifascista.

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