Papa in Cile: al carcere femminile di Santiago, “lottare contro ogni tipo di cliché, di etichetta che dica che non si può cambiare”

“Molte di voi sono madri e sapete cosa significa dare la vita”. Lo ha detto il Papa, rivolgendosi alle 600 donne recluse nel carcere femminile di Santiago, che hanno avuto oggi l’opportunità di incontrarlo, molte delle quali portando con sé i loro figli: “Avete saputo portare nel vostro seno una vita e l’avete data alla luce”. “La maternità non è e non sarà mai un problema, è un dono, uno dei più meravigliosi regali che potete avere”, ha proseguito Francesco: “Oggi siete di fronte a una sfida molto simile: si tratta ancora di generare vita. Oggi vi è chiesto di dare alla luce il futuro. Di farlo crescere, di aiutarlo a svilupparsi. Non solo per voi, ma per i vostri figli e per tutta la società”. “Voi, donne, avete una capacità incredibile di adattarvi alle situazioni e di andare avanti”, il tributo del Papa, che ha fatto appello “alla capacità di generare futuro che vive in ognuna di voi. Quella capacità che vi permette di lottare contro i tanti determinismi ‘cosificatori’ che finiscono per uccidere la speranza”. “Non lasciamoci ‘cosificare’, siamo persone!”, l’appello fuori testo. “Essere private della libertà non è sinonimo di perdita di sogni e di speranze”, ha ammonito Francesco: “Essere privo di libertà non è la stessa cosa che essere privo di dignità”. “La dignità non si tocca, a nessuno: nessuno deve essere privato della libertà”, ha aggiunto a braccio. Di qui la necessità di “lottare contro ogni tipo di cliché, di etichetta che dica che non si può cambiare, o che non ne vale la pena, o che il risultato è sempre lo stesso”. “No! Non è vero che il risultato è sempre lo stesso”, l’obiezione del Papa, secondo il quale “ogni sforzo fatto lottando per un domani migliore – anche se tante volte potrebbe sembrare che cada nel vuoto – darà sempre frutto e vi verrà ricompensato”.

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