Kosovo: ucciso leader dei serbi Ivanovic. Mons. Gjergij (Pristina), “violenza non risolve niente e crea solo nuove ferite”

Lush Gjergij, vicario generale della diocesi di Prizren-Pristina

(Sofia) “È una notizia che ci addolora, un fatto triste perché niente e nessuno può giustificare la morte”: è il commento di mons. Lush Gjergij, vicario generale della diocesi di Prizren-Pristina, rilasciato al Sir sull’uccisione di Oliver Ivanovic, uno dei leader politici serbi del Kosovo. “Speriamo che il caso venga risolto presto, è una sfida per la giustizia e lo stato di diritto, perché la violenza è inaccettabile indipendentemente da quale parte venga”. “Per ora non si può escludere né ipotizzare niente”, afferma mons. Gjergij riguardo le diverse ipotesi sull’autore dell’uccisione. “A Pristina circolano voci che si tratti di lotte interne tra i serbi”. “Purtroppo – spiega il presule – dal 1999 in poi ci sono state diverse uccisioni di carattere politico ma nessun caso è stato portato a termine e chiarito dalla giustizia”. Mons. Gjergij è convinto che anche se oggi momentaneamente il dialogo tra Belgrado e Pristina sia stato interrotto, le negoziazioni riprenderanno “perché c’è la disponibilità di ambedue le parti e la ferma convinzione che le trattative sono inevitabili”. “Bisogna lavorare per il bene delle persone e il bene non è né serbo, né albanese, ma appartiene a tutti”, specifica. Il vicario generale di Prizren-Pristina prega “affinché le tensioni in Kosovska Mitrovica cessino e le persone rifiutino la violenza e l’odio perché le uccisioni non risolvono niente, creano solamente nuove ferite”.

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