Germania: chiese dismesse. Flügge, “esistono ancora edifici di culto in cui regna una vita vivente”

Davanti al problema della chiusura e dell’abbattimento delle chiese dismesse è in atto in Germania un confronto su due differenti impianti di evangelizzazione: da un lato, i fautori di un apostolato militante fatto di preghiere comunitarie, grandi assemblee spirituali locali, contatti porta a porta, zelo missionario; dall’altro, soprattutto i rappresentanti delle associazioni giovanili legate alla federazione dei giovani cattolici tedeschi (Bdkj) e all’Azione cattolica, che mirano al confronto e a momenti di evangelizzazione più sociali, oltre alla scelta di momenti ecclesiali ed ecumenici ad ampio respiro. Nelle diocesi tedesche, la paura che la chiusura delle chiese causi ulteriore crisi alle comunità, in realtà, sta generando “un suono che mi dà speranza”, ha dichiarato al portale della Chiesa tedesca Katholisch.de l’autore e consulente strategico Erik Flügge, per il quale oggi in Germania il confronto tra la diminuzione dei fedeli e la capacità evangelizzatrice delle comunità deve andare oltre il seppur drammatico “drastico passo” della chiusura delle chiese; laddove “esistono ancora le chiese in cui regna una vita vivente” non c’è bisogno di arrivare alla dismissione. Ecco perché è utile comprendere se la crisi della frequenza domenicale sia conseguenza della mancanza di speranza o dell’eccessiva proliferazione di edifici di culto dopo la seconda guerra mondiale. Per l’autore “se 11mila giovani che pregano ad Augusta durante un evento religioso sono un vero successo dei cattolici conservatori, lo sono anche 100mila giovani socialmente impegnati” con la Bdkj.

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