Card. Bagnasco: domenica compie 75 anni. Tv2000 ripropone l’intervista a “Soul”. “Il mio parroco e il suo vice mi hanno visto cardinale”

foto SIR/Marco Calvarese

“Papa Francesco ha avuto sempre un criterio molto chiaro: la via della diplomazia e del dialogo è quella privilegiata per risolvere i conflitti di qualunque natura. Questa è la via che la Chiesa ha maturato sempre di più come la via regale, perché la violenza provoca altra violenza”. Lo dice l’arcivescovo di Genova, card. Angelo Bagnasco, nell’intervista a Monica Mondo per “Soul”, che sarà riproposta domenica 14 gennaio, alle 12.15 e alle 20.30 su Tv2000, nel 75° compleanno del porporato. Nell’intervista a tutto campo, il cardinale parla, tra l’altro, dei ricordi d’infanzia, degli anni della formazione e dell’ordinazione sacerdotale. “La fede si respirava in casa e poi in parrocchia. Tutto gravitava lì attorno. Il mio parroco e il suo vice, che mi accompagnò in seminario, mi hanno visto cardinale”. Nel suo racconto anche i segni della vocazione. “Già dalla scuola elementare, vedendo i sacerdoti, si insinuò l’idea che quel tipo di vita poteva essere anche per me, che poteva essere bello dedicarsi agli altri e fare quello che loro facevano con noi. Terminata la quinta elementare avrei potuto entrare in seminario, invece mi sono detto di aspettare altri tre anni”. “I miei genitori non se l’aspettavano affatto – aggiunge -. Pensavano che diventassi ragioniere, perché nella scuola dove ho fatto le medie c’era anche la ragioneria. E il preside aveva detto a mia madre, dato che facevo bene, che mi avrebbero aiutato con i libri, perché la mia era una famiglia molto modesta”. Dall’allora arcivescovo di Genova, card. Giuseppe Siri, Bagnasco ricevette l’invito a continuare gli studi e l’indicazione di frequentare il corso di laurea in Filosofia all’università statale, nel 1968. Nel suo racconto, poi, il passaggio dall’altra parte della cattedra, con l’insegnamento di metafisica e attivismo contemporaneo, e le Messe celebrate in fabbrica. “Il mondo operario e del lavoro ha capito che la Chiesa non sceglie una parte ma cerca il bene di tutti parlando con tutti. Questo fonda la stima del mondo operaio verso la Chiesa”.

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