50° Terremoto del Belìce: don Catanzaro (testimone), “fu devastante, ma ci fu anche grande solidarietà”   

“Fu devastante, ma ci fu una convergenza di attenzioni e una grande solidarietà da parte di tanti”. Don Saverio Catanzaro ricorda così al Sir il terremoto che cinquant’anni fa, il 14 gennaio 1968, colpì i paesi della Valle del Belìce. Il sacerdote, 82 anni a marzo, ne è testimone e fu uno dei primi soccorritori, punto di riferimento per prefettura e forze dell’ordine, prima a Santa Margherita e poi a Montevago, due tra i centri dell’Agrigentino più colpiti dal sisma. “Con l’arciprete di Santa Margherita andammo in giro con un megafono per vedere se qualcuno aveva bisogno di aiuto – dice ricordando i primi momenti -. Erano in tanti, qualcuno voleva notizie dei parenti o qualcun altro degli amici. Della chiesa erano rimaste macerie. Intanto, cominciavano ad arrivare pompieri, carabinieri e l’esercito”. Nei momenti successivi, giunsero anche i primi aiuti. “L’esercito montò le tende. Il prefetto mandò sei pullman dove dormire, nella notte tra il 15 e il 16 gennaio. Ci mandarono del pane, ma era poco per tutti. Lo distribuii nei pullman. Tante gente l’indomani mi chiedeva cibo e omogeneizzati. Da altre città vennero persone a cercare i parenti – ricorda -. Era straziante cercare, a volte non si sapeva neppure dove”. Attiva anche l’arcidiocesi di Agrigento negli aiuti. “L’arcivescovo, mons. Giuseppe Petralia, aveva sentito che a Montevago era crollato tutto. Così volle andare lì. Arrivammo a bordo della jeep dell’esercito, attraversando una strada di campagna e superando diverse case distrutte. Trovammo persone in mezzo alla strada che piangevano, cercavano amici e parenti sotto le macerie. Dalla diocesi e dalla prefettura arrivarono coperte, poi anche il pane. Chiesi gli omogeneizzati, il giorno dopo ce li portarono”. La ricostruzione nella Valle del Belìce andò a rilento: cominciò nel 1978, dieci anni dopo il terremoto. “Anche lo Stato non era preparato ad affrontare questa situazione. Man mano la gente andava via”.

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