Diocesi: mons. Fontana (Arezzo), Chiesa è “esperienza inclusiva”. Serve riflessione “su coinvolgimento laici in vita comunità”

La Chiesa è “un’esperienza inclusiva”, che da sempre aggrega popoli, culture ed etnie. Di fatto è la “più antica esperienza di globalizzazione al mondo”. Occorre partire da questo, dalle proprie origini, dalla propria storia per “trovare mezzi più idonei per annunziare e rendere presente il mistero di Gesù Cristo” ai nostri giorni. Lo scrive l’arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Riccardo Fontana, nella sua ottava lettera pastorale alla diocesi, dal titolo “Una Chiesa tutta ministeriale”. Un testo che arriva alla vigilia di un passaggio fondamentale per la Chiesa aretina come il Sinodo diocesano e che vuole essere “contributo alla riflessione”. Soffermandosi sul ministero ordinato e sui ministeri laicali istituiti, mons. Fontana scrive, fra l’altro: “Credo che si possa avviare nella Chiesa aretina una proficua riflessione sul coinvolgimento dei fedeli laici nella vita della comunità ecclesiale” per “discernere insieme alla luce dello Spirito Santo, quanto è conveniente avviare nel nostro tempo, per rispondere al Signore che tutti invia alla missione e da tutti si aspetta spirito di servizio e disponibilità al bene comune”. “In vista del Santo Sinodo che celebreremo nella prossima primavera – conclude – credo che giovi alle parrocchie, alle associazioni, ai movimenti, ma anche al presbiterio e alle famiglie religiose, come a tutte le persone di buona volontà, riflettere su questo delicato e importante argomento”.

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