Società: Costalli (Mcl), “occorre cambiare le domande con le quali si interroga e si analizza il mondo”

“Non si può restare indifferenti, o proporre soluzioni tampone, quando un assetto economico, sociale e politico non è più in grado di rispondere alle domande del suo tempo. Occorre cambiare paradigma: cambiare le domande con le quali si interroga e si analizza il mondo; cambiare i criteri di valutazione e di giudizio; cambiare i valori che ispirano il progetto, cambiare le leve della strategia, occorre cambiare modello di sviluppo”. Con queste parole il presidente del Movimento cristiano lavoratori, Carlo Costalli, ha aperto questa mattina a Senigallia il tradizionale Seminario nazionale di studi e formazione. Il tema dell’appuntamento di quest’anno, che segna come sempre la ripresa delle attività del Movimento dopo la pausa estiva, è: “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale. Attraverso il lavoro, lo sviluppo dell’Italia e la crescita dell’Europa” e rappresenta, come ha affermato Costalli, “un’occasione importante per riflettere insieme sul tema del lavoro, vera emergenza del nostro Paese, anche a conclusione del percorso di preparazione del Mcl alla 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani”. Oltre 500 i partecipanti convenuti al Seminario, tra i quali esperti del mondo del lavoro, del panorama ecclesiale, accademico e politico che si confronteranno sul tema del lavoro attraverso relazioni e interventi contenenti proposte e linee di indirizzo.
“È ripartita l’economia – ha proseguito Costalli – seppure a ritmi molto differenziati (Nord-Sud) e instabili, ma non è ripartita la coesione sociale e la democrazia regge, con fatica, l’onda d’urto dei populismi. Ma noi non ci arrendiamo al declino e cerchiamo di dare un contributo: di idee e di opere. Come accade nei grandi passaggi d’epoca, con le loro profonde ambivalenze e le loro straordinarie potenzialità, per i cattolici il tempo è opportuno. Basta che ne abbiano voglia: voglia di lavorare, voglia di rischiare. Basta che siano liberi ed autonomi: non una dependance di un partito politico (pur interessandosi di politica) o di un gruppo di potere”.

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