Papa in Colombia: Messa a Villavicencio, no a “protagonismi eccessivi” e “spiritualismi evasivi”, nella storia della salvezza ci sono anche le “pagine più oscure e tristi”

“La genealogia di Gesù non è una mera lista di nomi, bensì storia viva, storia di un popolo con cui Dio ha camminato e, facendosi uno di noi, ha voluto annunciarci che nel suo sangue scorre la storia di giusti e peccatori, che la nostra salvezza non è una salvezza asettica, di laboratorio, ma concreta, di vita che cammina”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa celebrata a Villavicencio, la cosiddetta “porta dell’Amazzonia”, oggi bagnata dalla pioggia, che però non ha scoraggiato le migliaia di fedeli che già da questa notte si sono accampati sul Terreno di Catama, luogo della celebrazione. E Francesco è diventato subito uno di loro, quando è stato pacificamente assalito mentre in “papamobile” percorreva l’ultimo tratto del giro tra i vari settori del luogo della celebrazione: un gruppo di giovani ha fatto fermare la macchina per salutarlo, e alcuni di loro gli hanno fatto indossare il tipico “sombrero” colombiano, con strisce verticali multicolori. “Questa lunga lista – ha commentato Francesco nell’omelia della Messa, cominciata con oltre mezz’ora di ritardo sull’orario previsto – ci dice che siamo piccola parte di una grande storia e ci aiuta a non pretendere protagonismi eccessivi, ci aiuta a sfuggire alla tentazione di spiritualismi evasivi, a non astrarci dalle coordinate storiche concrete che ci tocca vivere. E inoltre include, nella nostra storia di salvezza, quelle pagine più oscure o tristi, i momenti di desolazione e abbandono paragonabili all’esilio”.

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