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“Bogotá e la Colombia sono, nel medesimo tempo, riva, lago, mare aperto, città attraverso la quale Gesù è passato e passa, per offrire la sua presenza e la sua parola feconda, per farci uscire dalle tenebre e portarci alla luce e alla vita”. È la metafora con cui il Papa ha concluso l’omelia della Messa al Parco Bolivar di Bogotá, a chiusura della prima giornata del suo ventesimo viaggio apostolico. “Chiamare gli altri, tutti, perché nessuno rimanga in balìa delle tempeste; far entrare nella barca tutte le famiglie, santuario di vita; fare spazio al bene comune al di sopra degli interessi meschini o particolari, farsi carico dei più fragili promuovendo i loro diritti”. L’esempio è quello di Pietro, che “sperimenta la sua piccolezza, la grandezza della Parola e dell’azione di Gesù, conosce le proprie fragilità, il suo buttarsi in avanti e tirarsi indietro, come lo conosciamo noi, come lo conosce la storia di violenza e di divisione del vostro popolo che non sempre ci ha trovati disponibili a condividere la barca, le tempeste, le disavventure”. Come fece con Simone, Gesù – ha concluso il Papa – “ci invita a prendere il largo, ci spinge a condividere il rischio, a lasciare i nostri egoismi e a seguirlo; ad abbandonare paure che non vengono da Dio, che ci paralizzano e ritardano l’urgenza di essere costruttori della pace, promotori della vita”.