Mostra del Cinema: 8 settembre, la Commissione Nazionale valutazione film della Cei fa il punto sulle proiezioni del decimo giorno

Venerdì 8 settembre, ultimi due titoli in gara per il Leone d’oro: “Hannah” di Andrea Pallaoro e “Jusqu’à la garde” di Xavier Legrand. L’Agenzia SIR ha visto i film del Concorso nelle anteprime stampa con la Commissione Nazionale valutazione film della Cei, insieme al Segretario Massimo Giraldi, giurato a Venezia per il premio cattolico internazionale “Signis”.
Trentino di nascita ma da anni stabile negli Stati Uniti, Andrea Pallaoro porta in competizione “Hannah” con Charlotte Rampling, dopo l’esordio con “Medeas” a Venezia nel 2013. “Hannah” è la storia di una donna matura, che rimane sola il giorno in cui il marito si costituisce alla polizia ed entra in prigione. La donna piomba in una totale solitudine, che la spingerà a confrontarsi con se stessa, con le scelte operate lungo la sua vita. “Non c’è dubbio – dichiara dal Lido Massimo Giraldi – che il film sia tanto coraggioso quando enigmatico e difficilmente spiegabile. La protagonista attraversa le vicende affidandosi a pochissime parole, con un silenzio interrotto solo da sporadici avvenimenti, che lasciano comprendere come lei stia scontando le colpe del marito. Charlotte Rampling affronta con grande maestria il personaggio di Hannah, una donna rassegnata a vivere da sola e incapace di ribellarsi. La narrazione si muove lungo questa direttrice di tristezza e abbandono, senza sussulti sino alla fine. Pallaoro si cimenta con una vicenda ispida e complicata da gestire, lavorando sempre per sottrazione. Una sottrazione che rischia però di diventare eccessiva, ai limite dell’impoverimento narrativo. Nell’insieme il film è complesso e problematico”.
“Jusqu’à la garde” del francese Xavier Legrand è l’ultimo film in gara. In passato attore e ora regista, Legrand mette in scena uno dei tanti drammi capaci di sconvolgere la vita di una coppia oggigiorno, l’implosione di una famiglia. “La vicenda parla di situazioni molto frequenti nella società contemporanea – spiega Giraldi – riuscendo ad affrontarle con grande nitidezza di esposizione. La materia del film è delicata e non facile da dipanare, perché si concentra sul percorso di divorzio della coppia, sulle pesanti accuse di abusi verso il figlioletto che ricadono sull’uomo. In questa torbida situazione, il regista si muove con grande padronanza, riuscendo a individuare colpevoli e innocenti in maniera nitida. Il bambino occupa il centro della contesa, ma il film non approfondisce del tutto il suo disagio, indugiando invece con la macchina da presa più sul comportamento dei genitori. ‘Jusqu’à la garde’ si presenta come complesso e problematico, offrendo spunti per dibattiti rispetto a un argomento di grande attualità”.
Ora la parola ai giurati, guidati dalla presidente Annette Bening. Il verdetto si conoscerà solamente domani, 9 settembre, durante la cerimonia di premiazione alle ore 19.00, che Rai Movie (canale 24) trasmetterà in diretta.

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