Corea: una mostra in Vaticano sui 230 anni della Chiesa cattolica. Don Young-yup Hur (Seul), “vi chiediamo di pregare per la pace”

“Attraverso questa esposizione vogliamo mostrare la particolare storia della Chiesa coreana e offrire un segno per la riconciliazione e la pace tra le due Coree”. Su questo duplice binario che unisce passato e presente, si presenta la mostra coreana nel Braccio di Carlo Magno in Vaticano dal titolo “Come in cielo così in terra. Seul e i 230 anni della Chiesa cattolica in Corea” che sarà inaugurata domani, sabato 9 settembre. A presentarla così questa mattina ai giornalisti è don Mattia Young-yup Hur, portavoce dell’arcidiocesi di Seul che ha curato l’esposizione con il Museo della Storia di Seul e con il patrocinio del governo metropolitano di Seul, l’ambasciata della Repubblica di Corea presso la Sana Sede e dei Musei Vaticani. “Il Santo Padre, Papa Francesco – ha aggiunto Hur – è un simbolo di pace e tutti i pellegrini che giungono qui a Roma da tutto il mondo, vengono qui per chiedere la pace. Noi vi chiediamo di pregare per la unificazione e per la riconciliazione delle due Coree. È proprio questo l’obiettivo di questa mostra: la pace in Corea, in questo momento. Siamo qui per la pace”.

La mostra espone 181 preziose opere ripercorrendo i secoli in cui il Vangelo si è diffuso nella penisola coreana. Tele, pitture, documenti, oggettistica “narrano – ha detto la direttrice dei Musei vaticani, Barbara Jatta – i felici momenti della evangelizzazione in Corea ma anche la terribile storia delle persecuzioni”.

La direttrice Jatta ha spiegato che “il taglio del nastro” avverrà domani, 9 settembre, che per la Chiesa cattolica in Corea è una data “simbolica”: il 9 settembre del 1831, Papa Gregorio XVI ha annunciato l’istituzione del vicariato apostolico di Jaseon, distaccando così la chiesa cattolica di Corea da quella di Pechino. Le cerimonie di commemorazione inizieranno con una Santa Messa inaugurale presieduta dal card. Andrew Yeom-Soo-jung nella Basilica di San Pietro in vaticano. Si prevede la partecipazione di circa 600 persone tra cui i vescovi della Conferenza episcopale coreana, autorità vaticane e 83 ambasciatori della Santa Sede nonché 48 giovani delegati da 15 paesi asiatici. Nella brochure data questa mattina ai giornalisti si ricorda che l’arcivescovo Andrew Yeom-Soo-jung è anche amministratore apostolico di Pyongyang e che da 20 anni, l’arcidiocesi di Seul non ha mai cessato di portare al nord aiuti umanitari, medicine, cibi e beni di prima necessità. Dal 1995 una “Messa per la pace e la riconciliazione” viene celebrata ogni martedì alle 19 nella cattedrale Myeongdon e fino ad oggi sono state dedicate 1.000 Messe per questa intenzione. E sempre dal 1995 tramite un accordo non ufficiale, si prega per la pace sia a Seul che nella chiesa Changchun a Pyongyang. Nel 2015, l’anno dopo la visita apostolica di Papa Francesco in Corea, l’arcidiocesi di Seul ha anche lanciato un movimento di preghiera chiamato “North Korean Church in my heart” per ricordare in modo speciale le 57 parrocchie e i 52mila cattolici del Nord. Per quanto l’arcidiocesi è al corrente, non c’è alcun prete o religioso rimasto in Corea del Nord.

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