Papa in Colombia: incontro con i vescovi, “il primo passo si chiama Gesù ed è irreversibile”

(Foto L'Osservatore Romano (www.photo.va) / SIR)

Il primo passo  “si chiama Gesù ed è un passo irreversibile. Proviene dalla libertà di un amore che tutto precede. Perché il Figlio, egli stesso, è la vivente espressione di tale amore”. Nella parte centrale del discorso rivolto ai vescovi, il Papa si è riferito al motto del viaggio in Colombia, “Facciamo il primo passo”.  “Coloro che lo riconoscono e lo accolgono ricevono in eredità il dono di essere introdotti nella libertà di poter compiere sempre in Lui il primo passo, non hanno paura di perdersi se escono da sé stessi, perché possiedono la garanzia dell’amore che promana dal primo passo di Dio, una bussola che impedisce loro di perdersi”, ha assicurato Francesco: “Custodite dunque, con santo timore e commozione, quel primo passo di Dio verso di voi e, per mezzo del vostro ministero, verso la gente che vi è stata affidata, nella consapevolezza di essere sacramento vivente di quella libertà divina che non ha paura di uscire da sé stessa per amore, che non teme di impoverirsi mentre si dona, che non ha necessità di altra forza che l’amore”. “Dio ci precede, siamo tralci e non la vite”, ha ricordato il Papa: “Non fate tacere la voce di colui che ci ha chiamati, e non pensate che siano la somma delle vostre povere virtù o le lusinghe dei potenti di turno ad assicurare il risultato della missione che Dio vi ha affidato. Al contrario, mendicate nella preghiera quando non potete né dare, né darvi, perché abbiate qualcosa da offrire a quelli che si accostano costantemente al vostro cuore di pastori”. “La preghiera nella vita del vescovo è la linfa vitale che passa attraverso la vite, senza la quale il tralcio marcisce diventando infecondo”, ha ribadito Francesco: “Lottate con Dio, e più ancora nella notte della sua assenza. Le ferite di questa quotidiana e prioritaria battaglia nella preghiera saranno fonte di risanamento per voi: sarete feriti da Dio per diventare capaci di curare”.

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