Diocesi: mons. Nosiglia (Torino), “crescere nella fede deve far parte, per i giovani, di una educazione complessiva a capaci di affrontare le sfide dell’oggi”

“Le attività in oratorio o nei gruppi giovanili non vanno mai separati dalla vita della comunità educante”. Lo ha scritto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nella lettera pastorale 2017 dal titolo “Maestro dove abiti?”, rivolta soprattutto ai giovani e agli educatori. la lettera ha data 8 settembre, ma è pubblicata dal pomeriggio di oggi sul sito diocesano e nella versione cartacea dal 12 settembre presso la curia diocesana e verrà distribuito in omaggio con il prossimo numero del giornale “La Voce e il Tempo”. “L’obiettivo è quello di integrare sempre meglio, nel territorio e negli ambiti di vita di tutta la Chiesa, il cammino verso i giovani e con i giovani che la nostra diocesi compie”. L’arcivescovo ha sottolineato l’importanza della formazione in tutte le sue dimensioni: personale e professionale, civile ed ecclesiale: “Crescere nella fede deve far parte, per i giovani, di una educazione complessiva a essere donne e uomini capaci di affrontare le sfide dell’oggi: è il progetto di umanesimo in Cristo”. Alla formazione dei “piccoli” nelle aggregazioni giovanili e in parrocchia, secondo l’arcivescovo, va affiancata una riflessione sul tema della fede in rapporto alla vita e all’appartenenza alla comunità ecclesiale, ma anche sul tema del lavoro e del servizio ai poveri. “Ampi sono i confini degli altri mondi giovanili che intendiamo abitare con la nostra azione pastorale”, ha sostenuto il presule.

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