Diocesi: mons. Nosiglia (Torino), “coltivare l’impegno civile, arricchito dalla fede e dalla testimonianza”

“La radicalità cristiana che cerchiamo di vivere non ha nulla a che spartire con certi radicalismi che cercano di cancellare vita e dignità, che umiliano e disprezzano i nostri valori comuni e non hanno rispetto di ogni persona accolta e valorizzata per quello che essa è”. Lo ha scritto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nella lettera pastorale 2017 dal titolo “Maestro dove abiti?”, rivolta ai giovani e agli educatori. Il presule invita a coltivare “l’impegno civile, arricchito dalla fede e dalla testimonianza, anche nei nostri oratori e nei luoghi di formazione”. “Abbiamo il dovere di annunciarla ai giovani, facendone pratica noi stessi con loro – sostiene -. Ed è uno degli impegni che la Pastorale giovanile diocesana intende assumersi, camminando sempre insieme con i giovani, cristiani, credenti di altre religioni e non credenti, e decidendo passo dopo passo il da farsi nelle forme e modalità ritenute più opportune”. Infine, mons. Nosiglia ricorda l’importanza dell’impegno di Papa Francesco: “L’efficacia della sua parola nasce anche dalla capacità di interpretare in un contesto nuovo, e mondiale, problemi e aspirazioni che sono gli stessi in tutto il pianeta. E da qui viene la forza della speranza che egli ci trasmette”.

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