Sgombero Labàs Bologna: Diaco (Acli provinciali), no a “strade privilegiate”. Attivisti partecipino a “procedure di assegnazione trasparenti”

Legalità e parità di condizioni per tutti. Le chiede il presidente provinciale delle Acli di Bologna, Filippo Diaco, intervenendo sulla vicenda del centro sociale Labàs, insediato dal 2012 nell’ex caserma Masini occupata e sgomberato nei giorni scorsi dalla polizia. Associazioni e sindacati hanno rivolto al Comune un appello affinché venga al più presto trovata una nuova collocazione, ma Diaco avverte che le soluzioni “non possono prescindere dai requisiti minimi richiesti dalla vita in democrazia, ovvero dalla legalità e dalla parità di condizioni per tutti”. Dunque no a “strade privilegiate per qualcuno”. “Non può essere una gara a chi fa sentire più forte la propria voce in piazza, perché ci sono associazioni altrettanto meritorie che hanno meno fiato ma, non per questo, meno valore”, prosegue il presidente Acli. E aggiunge: “Condivido la necessità di non perdere per strada esperienze virtuose ma, nella società civile, il fine non giustifica i mezzi: sono certo che, potendo vantare anni di attività di riconosciuto interesse, gli attivisti di Labàs non si faranno spaventare dalla partecipazione a procedure di assegnazione trasparenti”. “Da parte nostra – conclude – ribadiamo la disponibilità delle Acli a collaborare con l’Amministrazione comunale e con le altre realtà del Terzo Settore per qualificare, ampliare e migliorare sempre di più l’offerta bolognese, condividendo la necessità di individuare spazi da mettere a disposizione dell’associazionismo cittadino”.

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