Mostra del Cinema: la Commissione Nazionale valutazione film della Cei fa il punto sulle proiezioni del settimo giorno, 5 settembre

Sandome no satsujin The Third Murder, 2017 © Fuji Television Networkamuse Inc. Gaga Corporation

I film di #Venezia74. L’Agenzia SIR con la Commissione Nazionale valutazione film della Cei (Cnvf), grazie alla presenza del Segretario Massimo Giraldi giurato per il premio cattolico internazionale “Signis”, ha potuto vedere in anteprima nelle proiezioni stampa i film della giornata di oggi, 5 settembre.
Anzitutto alla Mostra questa mattina si è fatta memoria dell’attore Gastone Moschin, scomparso ieri a 88 anni. I critici cinematografici e i giornalisti del settore hanno tutti condiviso un pensiero per una figura importante per il cinema italiano, rimasto nell’immaginario comune soprattutto come il Melandri di “Amici miei” di Mario Monicelli del 1975. “Oltre ad ‘Amici miei’ – sottolinea Massimo Giraldi – Moschin merita di essere ricordato per i moltissimi film interpretati, da ‘Gli anni ruggenti’ di Luigi Zampa del 1962, passando per ‘Signore e signori’ di Pietro Germi del 1965, al ‘Il conformista’ di Bernardo Bertolucci del 1970, fino a ‘I Magi randagi’ di Sergio Citti del 1996. Gastone Moschin è stato un volto significativo del grande come del piccolo schermo, lasciando un segno puntuale in ogni opera interpretata. È una figura che merita di essere ricordata e valorizzata”.
Veniamo ora ai film in Concorso al Lido. Primo film della mattinata è stato l’atteso “Mother!” di Darren Aronofsky con Jennifer Lawrence, Javier Bardem, Ed Harris e Michelle Pfeiffer. Si tratta di una coppia, Lawrence e Bardem, che vive in una grande casa isolata, dove giungono alcuni amici inattesi. Questo sarà l’inizio di una serie di sconvolgenti accadimenti, tutto secondo il canovaccio del film horror. “Ci troviamo di fronte a un horror eccessivo e sopra le righe – precisa Giraldi – Una storia faticosa da seguire, che si rivela narrativamente fuori centro. La casa diventa progressivamente luogo della dispersione e dello smarrimento; e gli attori seppur bravi non vengono valorizzati dall’impianto narrativo e dalla regia. Spiace che un talento come Aronofsky, già vincitore di un Leone d’oro nel 2008, sia incappato in un film oscuro e poco comprensibile. Un’occasione mancata. Nell’insieme, ‘Mother!’ è complesso e problematico”.
Dagli Stati Uniti al Giappone. Arriva in Concorso “Sandome no satsujin” (“The Third Murder”) di Hirokazu Kore-Eda. L’autore è stato molto apprezzato negli ultimi anni per “Father and Son” (2013), “Little Sister” (2015) e “Ritratto di famiglia con tempesta” (2016), tutti racconti di famiglie, attraverso diverse angolature, tutte di senso. “Con ‘The Third Murder’ – rimarca Giraldi – il regista si confronta con un classico film di genere, il giallo processuale con risvolti metafisici. Il risultato è un’opera intensa e forte, tuttavia con passaggi non ben riusciti. La regia appare però solida e motivata, rendendo così la visione fluida e intrigante. Al centro del racconto c’è il tema della verità e delle sue innumerevoli sfaccettature, impossibili da individuare con chiarezza. Il film pertanto si propone in modo complesso e problematico, mettendo in evidenza Hirokazu Kore-Eda come autore dalle molte possibilità espressive”.
Chiudiamo le proiezioni della giornata con il film “L’equilibrio” di Vincenzo Marra, passato nella sezione Giornate degli Autori. Il film si concentra sulla vicenda di due sacerdoti che abitano nella Terra dei fuochi, accompagnando la comunità nel difficile cammino contro la malavita. “Due sono i sacerdoti – spiega Giraldi – don Giuseppe (Mimmo Borrelli) e don Antonio (Roberto Del Gaudio), che si avvicendano nella parrocchia in uno dei comuni al centro dello scandalo ambientale in Campania. Si tratta di un dramma sociale a tinte forti, dove la Chiesa non rivela il suo volto migliore. Don Antonio non accetta un certo immobilismo che caratterizza la zona; vorrebbe fare di più, vorrebbe opporsi apertamente contro il male, ma finisce per esporsi troppo ricevendo così numerose intimidazioni. Nonostante le buone intenzioni dell’autore, il film mostra delle fragilità in un racconto a corrente alternata, soprattutto nel tratteggiare i due sacerdoti. Don Antonio, che vorrebbe essere un sacerdote in uscita, alla fine viene sconfitto dalla realtà circostante, da un senso di impotenza, finendo per fornire un’immagine di Chiesa in ritirata. In generale, l’opera si presenta come complessa, problematica e valida per dibattiti”.

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