Intelligenza artificiale: Susinno (fisico), “macchina può imparare solo da sua esperienza”. Henry (filosofa),”inedita stagione di dialogo”

“Potrà mai una macchina sviluppare l’inventiva, l’arte, la filosofia? No, perché può solo imparare dalla sua esperienza, fare solo quello che noi le chiediamo”. Lo sostiene Giancarlo Susinno, professore emerito e Scientific Associate al Cern, all’incontro “Homo sapiens e machina sapiens. Speranze, timori, opportunità”, promosso questa sera a Roma dal Pontificio Consiglio della cultura e dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede all’interno della cornice del Cortile dei gentili. “Quello che possiamo fare – ha spiegato Susinno – è tentare di creare la possibilità di avere accesso a una quantità enorme di dati e di memoria, e a potenti unità di calcolo”. Tecnicamente “sono certo che si potrà fare ma – ha avvertito – ci sono dei rischi, le informazioni potrebbero divenire non accessibili a tutti, i dati sarebbero sempre più una ricchezza diventando sempre più – già lo sono – merce preziosa”. Per Barbara Henry, docente di filosofia politica alla Scuola superiore Sant’Anna, “forse ci troviamo in un’inedita stagione di dialogo tra filosofia, scienza e teologia”. Per la studiosa, “la questione rimanda a postumano e postumanesimo e ad una ben più inquietante questione che è quella del transumanesimo che si pone come visione iperilluministica trasformando l’abbandono della nostra condizione corporea, finita, in un superamento dell’umano, come un passo da superare per diventare pure essenze razionali”. “Questo – ha chiosato – per me è il vero pericolo della questione. Serve quella dimensione di ascolto e riflessione che ci offre il linguaggio sapienziale e teologico”.

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