Intelligenza artificiale: card. Ravasi, “pone grappoli di domande che artigliano mente e coscienza”. In gioco “identità umana”

“Domande che artigliano intelligenza e coscienza”. Per il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, sono gli interrogativi posti dalla genetica, dalle neuroscienze e dal dibattito sulle intelligenze artificiali. Nel saluto introduttivo all’incontro “Homo sapiens e machina sapiens. Speranze, timori, opportunità”, promosso questa sera a Roma dal Dicastero vaticano e dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede all’interno della cornice del Cortile dei gentili, Ravasi evoca l’ampiezza dell’orizzonte del Cortile stesso e lo spirito del Pontificio Consiglio della cultura, “strattonato da molteplici temi, anche di concretezza universale come lo sport, con tutte le sue degenerazioni che sono le degenerazioni della società. Un ulteriore orizzonte – prosegue il porporato – è quello della scienza”. Tre, in particolare, i rami sui quali il Consiglio si sta soffermando: “La genetica; le neuroscienze con tutte le implicazioni legate al nesso anima – mente –cervello. Siamo di fronte a nuove impostazioni che pongono grappoli di domande sull’identità umana. Il terzo filone è quello dell’intelligenza artificiale. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a domande che artigliano intelligenza e coscienza”. Di qui una battuta fulminante di Pablo Picasso, “pronunciata in un tempo in cui i computer erano paleolitico informatico: ‘I computer sono inutili. Ti sanno dare solo risposte’, mentre la genialità dell’uomo è la capacità di interrogare”. “I computer, diceva uno scienziato, possiedono la sintassi – conclude Ravasi – ma non possiedono la semantica”.

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