Csv: conferenza a Roma. Guidi (Un. Pisa), “vera sfida è incidere sull’80 per cento di italiani inattivi”

Riccardo Guidi

“La vera sfida è incidere sull’80 per cento di italiani ‘inattivi’, quelli che non hanno mai svolto alcuna attività di volontariato né hanno mai fatto donazioni”. Riccardo Guidi, ricercatore dell’università di Pisa, ha concluso così il suo intervento davanti ai 300 partecipanti, tra volontari, dirigenti e operatori dei Centri di servizio per il volontariato, alla conferenza 2017 di Csvnet, che si concluderà domani a Roma. Chiamato a “prevedere” come sarà “Il volontariato di domani”, il docente e autore di numerose ricerche sul tema, ha spiegato che dal 2000 al 2015 “l’infrastruttura del volontariato ha sostanzialmente tenuto. Nonostante la crisi il loro numero complessivo è rimasto relativamente stabile, anche se permane un’ombra sulla quota, che resta in calo, di chi è disposto a fare donazioni in denaro”. Il reddito e il titolo di studio, inoltre, non sembrano influire troppo sulla frequenza dell’impegno nel volontariato: “Non è insomma un’attività da ricchi”. Ci sono invece due fratture che possono determinare il maggiore o minore impegno sociale: “A parità di condizioni, una persona del Sud ha il 7-8 per cento di probabilità in meno di fare volontariato rispetto a una che abita al nord. E chi vive in un comune piccolo ha il 15 per cento di probabilità in più rispetto a chi sta in una grande città. Le città metropolitane disincentivano la partecipazione”.
L’altra frattura riguarda l’opportunità di avere accesso a occasioni culturali. “Chi ne ha di più, ha anche fino al 35 per cento di maggiori probabilità di essere un volontario”, ha spiegato Guidi, esortando i Csv e le associazioni a crearne il più possibile nell’ambito delle loro attività di animazione territoriale.

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