Diocesi: mons. Moraglia (Venezia), “porre attenzione alla qualità dello sviluppo, è in gioco la crescita integrale dell’uomo”

“L’uomo che non può giungere a una sufficiente formazione culturale e spirituale non potrà esprimersi compiutamente sul piano umano con un linguaggio e un pensiero idonei, come l’uomo denutrito fisicamente, privo di forze e vitalità, non riesce più a vivere”. Lo ha affermato questa sera il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, presiedendo nel duomo di San Lorenzo, a Mestre, la celebrazione eucaristica per la festa del patrono San Michele arcangelo. Nell’omelia, il patriarca ha fatto più volte accenno all’enciclica Populorum progressio di Paolo VI. Un testo di cui ha consigliato la lettura “per la carica profetica epocale e la forza delle considerazioni in essa contenute, oltretutto in un tempo in cui economia e politica globalizzata, il fenomeno strutturale delle migrazioni e gli esiti – prima di tutto etici e poi ecologici – della tecnoscienza non si erano ancora imposti nella loro, a volte terribile, evidenza come oggi”. Moraglia ha osservato come “il progresso – lo sviluppo, la crescita, il benessere – non deve escludere nessuno e deve essere sempre aperto a tutti”. “Ma – ha ammonito – si deve porre attenzione pure alla qualità di questo sviluppo. È in gioco la crescita integrale dell’uomo e il vero umanesimo che – per esser realmente tale – deve riconoscere la totalità dell’uomo”. Per il patriarca, “si può parlare di un vero sviluppo sociale solo prendendo le distanze da ogni tipo di ‘riduzionismo’, iniziando da quello economico”. “Tutti gli uomini necessitano – ha aggiunto – di una formazione carica di ‘umanità’, in grado di esprimere valori morali, spirituali e cristiani fondati sulla ragione che è il mezzo più idoneo per incontrare chi non appartiene alla nostra cultura, ha una fede diversa dalla nostra o non ha addirittura fede”. “Sappiamo bene che l’incontro – ha concluso Moraglia – si dà tra quanti si impegnano nel non facile ma indispensabile cammino del dialogo e del rispetto, sapendo tener insieme diritti e doveri e riscoprendo e declinando senza stancarsi i principi di reciprocità, accoglienza, solidarietà, legalità, certezza del diritto, realismo prudente, generoso e instancabile”.

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