+++ Catalogna: card. Blázquez Pérez (Valladolid), “la concordia è possibile ancora oggi e anche domani” +++

(dall’inviata a Minsk) “È stata possibile la concordia, è possibile ancora oggi, sarà possibile se tutti con l’aiuto di Dio vogliamo la concordia domani”. Un messaggio di speranza per la Spagna in questa delicata fase della sua storia è stato lanciato dal cardinale Ricardo Blázquez Pérez, arcivescovo di Valladolid e presidente della Conferenza episcopale spagnola, parlando con il Sir, a Minsk, a margine dell’assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee).
“La situazione è grave, molto delicata e si deve trattare con responsabilità”, dice il cardinale ricordando che solo qualche giorno fa la Commissione permanente dei vescovi spagnoli ha reso pubblica una Dichiarazione in cui – spiega oggi il cardinale – “si chiede che non si faccia alcun passo irreversibile e che sia tenuta in conto la Costituzione che è la legge fondamentale della nostra convivenza e che da 40 anni regolamenta le istituzioni e il rapporto tra le persone”. Il cardinale sottolinea come tutti i membri della Commissione permanente abbiano parlato “con molto rispetto, libertà e molta chiarezza” e “poi alla fine, con grande soddisfazione da parte di tutti, quello che è stato scritto nella dichiarazione è stato votato e accettato all’unanimità. Questo per me è stato motivo di grande soddisfazione e credo che lo sia anche per tanti”. La Dichiarazione rappresenta per la società oggi “una specie di anima e di sostegno”.
Nella Dichiarazione i vescovi sostengono che “la vera soluzione del conflitto passa attraverso il ricorso al dialogo e la ricerca del bene comune di tutti, come sottolinea la Dottrina sociale della Chiesa”. Per rendere possibile “questo dialogo onesto e generoso”, è “necessario – si legge nella Dichiarazione – che tanto le autorità delle amministrazioni pubbliche quanto i partiti politici e le altre organizzazioni, così come i cittadini, evitino decisioni e azioni irreversibili e con conseguenze gravi, che li situino al margine della pratica democratica protetta dalle legittime leggi che garantiscono la nostra convivenza pacifica e originino divisioni familiari, sociali ed ecclesiali”. Per i vescovi è “necessario recuperare la coscienza civile e la fiducia nelle istituzioni, nel rispetto dei principi che il popolo ha sancito nella Costituzione”. Infine, i presuli offrono la loro “collaborazione sincera al dialogo a favore di una pacifica e libera convivenza tra tutti”.

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