Integrazione: Castelmassimo di Veroli, la storia positiva di Brulaye assunto dall’azienda “Cacio e Pepe”

“Lavora qui da un anno e per noi è come se fosse uno di famiglia”. Sono le parole di Angelo Noce, titolare, insieme alle sorelle, dell’azienda agricola “Cacio e Pepe” a Castelmassimo di Veroli che, un anno fa, ha assunto Brulaye, un ragazzo del Mali giunto in Italia nel 2014 a bordo di un barcone. Prima di questa svolta lavorativa, la storia di Brulaye assomiglia a quella di molti ragazzi richiedenti asilo: accolto all’interno di un progetto di prima accoglienza, gestito dalla cooperativa sociale Diaconia, ha atteso oltre due anni per ottenere il riconoscimento di una protezione internazionale. In questo periodo si è prima chiuso in se stesso, riuscendo poi a trovare dentro di sé le risorse per migliorare la propria condizione, sfruttando le opportunità offerte dal territorio e dal progetto di accoglienza. Una volta imparata la lingua italiana è arrivata questa opportunità lavorativa, che Brulaye ha saputo cogliere con entusiasmo. “Il lavoro di Brulaye è principalmente quello di mungere le mucche la mattina e la sera – racconta Angelo – un compito che fino a qualche anno fa portavano avanti i miei genitori. Poi la nostra attività si è ingrandita. Abbiamo aperto il caseificio dove produciamo formaggi e mozzarella fatti con il latte delle nostre mucche e avevamo bisogno di una persona in più”.
L’azienda “Cacio e Pepe” è stata fondata dal padre di Angelo 25 anni fa a Castelmassimo. Attualmente conta 40 capi di bestiame e un piccolo punto vendita nei pressi della fattoria, dove oltre ai prodotti caseari è possibile acquistare anche quelli da forno. Prima di conoscere Brulaye, Angelo aveva provato a cercare giovani italiani da inserire nel proprio organico, ma nessuno si era presentato. Così si è indirizzato verso gli stranieri: “Non è facile trovare italiani che vogliano fare questo lavoro. Brulaye mi è stato presentato da un amico che lavora in Diaconia. Quando è venuto qui la prima volta gli ho spiegato che cosa doveva fare e quali erano le condizioni del contratto. Lui ha colto subito l’opportunità che gli stavamo offrendo ed ha accettato. Oltre al posto di lavoro gli abbiamo messo a disposizione anche un piccolo appartamento adiacente alla nostra abitazione, provvisto di camera da letto, cucina, bagno e salotto. Tuttavia non c’è pranzo né cena in cui non sieda alla nostra tavola. Abbiamo passato insieme anche Natale e Capodanno. Brulaye è ormai parte integrante della nostra famiglia”.

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