Cei: Consiglio permanente, l’Italia non è “un Paese per i giovani”. “Per la Chiesa italiana prioritaria la loro educazione”. Ad agosto incontro con Santo Padre

L’Italia è “un Paese che non è per i giovani, dove questi faticano a entrare nel mondo del lavoro, quindi a staccarsi dalla famiglia d’origine e a sposarsi”. È la fotografia che emerge dalle risposte dalle diocesi al questionario predisposto in vista del prossimo Sinodo dei vescovi, dedicato appunto a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, che il Consiglio permanente della Cei ha analizzato in questi giorni. Nel comunicato finale dei lavori diffuso oggi, viene evidenziato che “la lettura della situazione evidenzia come – pur a fronte di difficoltà nel rapporto intergenerazionale – non manchino iniziative pastorali portate avanti con passione, che coinvolgono le nuove generazioni”. “La condivisione delle pratiche – aggiungono i vescovi – individua luoghi ed esperienze significative di pastorale vocazionale”. Dal “vivace confronto” è emersa “l’urgenza che tutta la Chiesa italiana sia coinvolta nell’assumere come prioritaria l’educazione dei giovani, con un’attenzione integrale che proponga loro la persona di Gesù Cristo e il suo Vangelo come centrale per ogni dimensione della vita”. Per i vescovi, “si avverte l’importanza di non cedere alla rassegnazione e di incoraggiare sacerdoti ed educatori a spendersi per l’accompagnamento e la formazione delle giovani generazioni, sapendo riconoscere i segni di progressivo risveglio delle coscienze e il ritorno delle domande sulla vita”. “La via principale rimane quella della testimonianza sia personale che ecclesiale, nell’attenzione a investire sui formatori e sugli insegnanti di religione”, continua la nota, evidenziando che nella prossima estate le diocesi proporranno ai giovani pellegrinaggi verso luoghi di spiritualità per poi “convergere nei giorni 11-12 agosto a Roma per l’incontro con il Santo Padre”.

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