Settimana sociale cattolici trevigiani: Prodi, “con voto in Germania si incrina la diversità tedesca, in tutto il mondo desiderio di autorità cui affidare le proprie paure”

FotoFilm/La vita del popolo

“Fino ad oggi pareva che la Germania fosse diversa rispetto agli altri Paesi, dove i partiti tradizionali sono entrati in crisi. In occasione delle elezioni di domenica abbiamo visto che questa diversità si è incrinata” Queste le parole di Romano Prodi, intervenuto ieri sera a Treviso alla prima serata della trentunesima Settimana sociale dei cattolici trevigiani, promossa dal settimanale “La vita del popolo”, dall’Azione cattolica e dall’Ufficio diocesano di Pastorale sociale. Chiamato a parlare sul tema “Il lavoro che cambia: le nuove sfide per la società e le istituzioni”, il professore anche parlato a ruota libera di numerosi temi d’attualità. Riflettendo sul voto in Germania, Prodi ha aggiunto: “C’è in giro un desiderio enorme di autorità: in Cina, nella Russia di Putin, nelle Filippine, la vittoria di Trump è figlia di questo desiderio di autorità, la gente vuole affidare a qualcuno le proprie paure”.
L’ex presidente del Consiglio ha parlato anche dei recenti scandali bancari, soprattutto in riferimento al Veneto: “Fatti gravissimi, ma in Italia si è stati lenti a intervenire, rispetto a quanto accaduto in Germania e Spagna”. Sulla possibile introduzione del reddito di cittadinanza ha osservato: “È uno strumento da usare in modo mirato, incoraggiando ad esempio corsi di formazione e aggiornamento professionale. Ma è anche dovere di uno Stato andare incontro alle categorie rimaste indietro, più sfavorite”. Rispetto alla reintroduzione di un servizio civile obbligatorio, ha sostenuto: “Per uomini e donne, di qualche mese. La vedo come una cosa indispensabile per costruire elementi di solidarietà, una qualche forma di legame tra giovani e Paese”. Prodi ha parlato anche di ’immigrazione che in prospettiva va collegata “al terribile crollo demografico del nostro paese”. Infine, è intervenuto sul referendum per l’autonomia del Veneto e della Lombardia: “Penso anche a Catalogna e Scozia… È curioso il fatto che a volere l’autonomia sono sempre le regioni ricche. Certo andrebbero ripensate le competenze, ad esempio a mio avviso le Regioni dovrebbero gestire la scuola dell’obbligo, ma non condivido l’autonomia di chi vuole tenersi i soldi”.

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