Sanità: Idi aderisce alla “Notte europea dei ricercatori”

L’Idi (Istituto dermopatico dell’Immacolata) partecipa alla “Notte europea dei ricercatori” con un evento che si terrà il 29 settembre. Promossa dalla Commissione europea, giunta alla 12ª edizione, la “Notte europea dei ricercatori” rappresenta un’opportunità importante anche per presentare le attività di ricerca biomedica e i risultati conseguiti negli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs). “Abbiamo fatto nostro l’invito arrivato dal Ministero della Salute – spiega il direttore scientifico dell’Idi, Gianna Zambruno – anche per divulgare in maniera rigorosa, ma comprensibile, i molti passi in avanti fatti verso l’identificazione di nuove tecniche diagnostiche e nuove terapie”. “Ricercatori e clinici della struttura – prosegue Zambruno – presenteranno i risultati più recenti delle loro ricerche, sviluppate nel campo delle patologie della cute, come ad esempio la psoriasi per la quale sono stati identificati nuovi percorsi assistenziali. Verrà evidenziata l’attenzione rivolta ai pazienti affetti da malattie rare e descritti i risultati degli studi inerenti il pemfigo e la necrolisi epidermica tossica (Sindrome di Lyell). Risultati importanti questi ultimi, che hanno consentito di ottenere un riconoscimento internazionale conferito agli studi di maggior impatto clinico (Top 10 Clinical Research Achievement Award) e di identificare un approccio terapeutico innovativo ed efficace”.
Venerdì 29, quindi, dalle ore 18 alle 20 presso la sede centrale di Idi, di via Monti di Creta 104 a Roma sarà possibile partecipare alla “Notte europea dei ricercatori”. “La ricerca biomedica nel campo della dermatologia – ricorda il direttore scientifico – ha compiuto passi in avanti importanti. Solo negli ultimi 5 anni sono stati pubblicati circa 100mila studi su malattie dermatologiche. I risultati di questo impegno sono testimoniati dall’attuale disponibilità di molte terapie innovative e farmaci biologici, che hanno cambiato la storia clinica e migliorato la prognosi di malattie dermatologiche gravi”.

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