Fede e cultura: card. Ravasi, comprendere è “leggere in profondità la realtà”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

È cominciato con una citazione in latino, che è ancora la lingua ufficiale della Santa Sede, l’intervento del card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura e membro del Comitato scientifico della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger, per presentare in Sala Stampa vaticana le prossime iniziative della Fondazione: la prima edizione del Premio “Ragione aperta”, in collaborazione con la Universidad Francisco de Vitoria (Madrid), in programma domani, presso l’Accademia delle Scienze; la settima edizione del Premio Ratzinger, il 18 novembre in Vaticano; il settimo Convegno internazionale sul tema “Laudato si’. Per la cura della casa comune, una conversione necessaria alla ‘Ecologia dell’uomo’”, in collaborazione con la Universidad Catolica de Costa Rica, dal 29 novembre al 1° dicembre. “Sedulo curavi humanas actiones non ridere, non lugere neque detestari, sed solum intelligere”, ha detto Ravasi citando la parte iniziale del “Tractatus” di Spinoza: “Il mio compito costante è stato quello non di deridere le azioni umane, né di compiangerle come miserevoli e neppure di detestarle o odiarle, ma solo di comprenderle”, ha tradotto il cardinale, identificando nel verbo “intelligere” il “filo conduttore della teologia di Ratzinger, ma anche dell’impegno della Fondazione” che porta il suo nome: “Declinare, coniugare continuamente il verbo ‘intelligere’, cioè cercare di entrare in profondità, di leggere in profondità la realtà”.  Gli eventi della Fondazione Ratzinger di quest’anno, per il cardinale, formano “un simile arcobaleno con più colori: conoscere in profondità permette di scoprire tante dimensioni della realtà, anche perché l’intelligere non avviene solo nel cervello, ma anche in maniera polimorfa, globale, attraverso la dimensione estetica, simpatetica – l’innamoramento – e anche attraverso la scienza, la sperimentazione”. “Cercare di approfondire, scavare la realtà, di comprendere le esperienze umane nella loro profondità”: è questo, ha concluso Ravasi, “l’emblema della Fondazione Ratzinger e delle sue diverse attività, il cui fine è comunicare non soltanto dei dati, ma delle esperienze”.

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