Consiglio permanente Cei: card. Bassetti, “isolarsi è una tendenza da allontanare con decisione”. “Parresia, collegialità e dialogo”

“Uno dei fatti più belli della Chiesa italiana è la multiformità, frutto di storia, radicamenti secolari, coraggiose intraprese, iniziative carismatiche, fedeltà costruttive”. È il tributo del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei,  alla Chiesa italiana, nella prolusione che ha aperto oggi pomeriggio il Consiglio episcopale permanente, a Roma. “In questo tempo di particolarismi e allentamento dei legami ci può essere la tentazione di andare ciascuno per la propria strada”, ha osservato il presidente della Cei: “Isolarsi è una tendenza che può entrare anche all’interno della Chiesa ma che va allontanata con decisione: un corpo è vivo solo se tutte le membra cooperano tra loro. Nessun membro del corpo può vivere da se stesso”. Di qui il “forte richiamo a un maggiore apprezzamento tra le diverse realtà ecclesiali, in un’autentica gara a stimarsi e valorizzarsi a vicenda”. “La ricca complessità della Chiesa non può essere ordinata con una geometria pastorale calata dall’alto”, ha ammonito Bassetti, esortando a “far maturare una spiritualità dell’unità”, il cui cuore “ conduce a parlarsi con parresia, a voce alta e in ogni tempo e luogo, a partire dal Consiglio permanente della Cei fino alla più piccola parrocchia d’Italia”. “Siamo chiamati a dare vita non ad una Chiesa uniforme, ma ad una Chiesa solidale e unita nella sua complessa pluralità”, ha spiegato: “Si tratta di un’autentica vocazione alla collegialità – tra i vescovi e tutto il corpo della Chiesa – e al dialogo”.

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