Migranti: Oculik (Ccee), “Chiese europee pronte ad affrontare le sfide e i cambiamenti”

Le migrazioni nel tempo hanno assunto caratteristiche molto diverse. La Chiesa cattolica in Europa deve stare al passo con questi cambiamenti così rapidi per affrontare le nuove sfide. Questo lo scopo dell’incontro dei direttori nazionali per la pastorale dei migranti delle Conferenze episcopali in Europa (Ccee) in corso in questi giorni, a porte chiuse, a Roma. Una cinquantina di delegati da tutti i Paesi europei che oggi incontreranno Papa Francesco e questo pomeriggio dialogheranno con la Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il servizio allo sviluppo umano integrale. Ieri pomeriggio i partecipanti hanno analizzato tre sondaggi sul fenomeno improvviso dei flussi migratori in arrivo in Europa. “In questo scenario – dice al Sir padre Luis Okulik, segretario della Commissione affari sociali del Ccee – la Chiesa cattolica è stata protagonista con una grande disponibilità di mezzi umani e risorse economiche, con un aumento del lavoro nell’ambito delle migrazioni, oltre quello che già si stava facendo. Sono emerse aree sulle quali si dovrà lavorare di più”. La preoccupazione principale dei direttori nazionali del Ccee, spiega padre Okulik, “è approfondire il modo per evangelizzare attraverso la pastorale migratoria” perché “le migrazioni hanno assunto variabili molto diverse e mutevoli nel tempo, tanto da rappresentare una grande sfida”. Gli organismi cattolici, prosegue, “sono preoccupati delle cause dei fenomeni migratori” e “cercano di capire cosa sta avvenendo”. “Ci sono progetti già da tanto tempo – precisa -, questo significa che la Chiesa cattolica ha saputo sempre giocare d’anticipo di fronte a problematiche che stanno assumendo proporzioni maggiori”. “La forza della Chiesa cattolica è la capacità di lavorare insieme per raggiungere obiettivi a vantaggio di persone in difficoltà – conclude -. Molto dipende dalle sensibilità culturali di ogni Paese e dall’effettiva capacità di gestione dei progetti. Però c’è buona volontà, disponibilità, generosità e grande sacrificio, con migliaia di volontari in tutta Europa che si rivolgono anche a persone di religione diversa, nella prospettiva di una integrazione”.

 

 

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