Elezioni Sicilia: nota dei vescovi, i candidati mostrino “competenza, correttezza e coerenza morale”. In agenda istruzione, accoglienza, famiglia

Nella nota prodotta dalla Conferenza episcopale siciliana in vista delle prossime elezioni regionali, ai candidati si chiedono “competenza, correttezza e coerenza morale nell’impegno socio-politico-amministrativo” con un “netto rifiuto delle varie forme di corruzione e di clientelismo” e una forte “coerenza etica personale”. Parlando di “coloro che hanno responsabilità politiche e amministrative”, i vescovi citano il documento Cei “Educare alla legalità”, dal quale evidenziano le caratteristiche necessarie a chi si propone per questo ruolo: “il disinteresse personale, la lealtà dei rapporti umani, il rispetto della dignità degli altri, il senso della giustizia, il rifiuto della menzogna e della calunnia come strumento di lotta contro gli avversari, e magari anche contro chi si definisce impropriamente amico, la fortezza per non cedere al ricatto del potente, la carità per assumere come proprie le necessità del prossimo, con chiara predilezione per gli ultimi”. I vescovi di Sicilia fanno appello anche a tutti i cittadini-elettori della Regione, alle associazioni, ai movimenti, alle organizzazioni operanti nel tessuto sociale e produttivo dell’isola. A tutti è chiesto di promuovere incontri nel territorio, sia con i candidati all’Assemblea regionale siciliana che con i candidati alla Presidenza.
Tra gli argomenti per il confronto: istruzione e formazione professionale, accoglienza e integrazione degli immigrati, patrimonio turistico e culturale siciliano, sostegno alla famiglia, inclusione sociale e lotta alla povertà, gestione della sanità regionale. Stesse attenzioni che devono ritrovarsi all’interno dei programmi, i quali “devono mirare alla costruzione del bene comune”: i presuli, infatti, ribadiscono nella nota la necessità della “opzione preferenziale per i ceti più poveri e per gli ultimi e l’urgenza di interventi promozionali per le periferie abbandonate e degradate, al fine di realizzare condizioni di effettiva uguaglianza in termini di cittadinanza”.

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