Educare all’umanesimo solidale: Santa Sede, “aggiornare il patto fra le generazioni”

Nel contesto attuale della vita pubblica, in cui “agiscono le diverse correnti ideologiche, in competizione fra loro per l’egemonia culturale”, umanizzare l’educazione “significa mettere la persona al centro dell’educazione, in un quadro di relazioni che costituiscono una comunità viva, interdipendente, legata ad un destino comune”. È quanto si legge nel documento “Educare all’umanesimo solidale. Per costruire una civiltà dell’amore”, presentato oggi in Sala Stampa vaticana. “Umanizzare l’educazione – si legge nel testo, pubblicato dalla Congregazione per l’Educazione cattolica a 50 anni dalla “Popolurom progressio” e a 50 danni dal decreto conciliare “Gravissimum educationis” – significa prendere atto che c’è bisogno di aggiornare il patto educativo fra le generazioni”, in primo luogo mettendosi a fianco della famiglia, “prima società naturale, in una retta concezione di sussidiarietà”. Un’educazione umanizzata, si spiega nel documento, “non chiede semplicemente al docente di insegnare e allo studente di apprendere, ma sollecita ciascuno a vivere, studiare e agire, in relazione alle ragioni dell’umanesimo solidale: non progetta spazi di divisione e di contrapposizione ma, al contrario, propone luoghi di incontro e confronto per realizzare progetti educativi validi; si tratta di un’educazione – allo stesso tempo – solida e aperta, che rompe i muri dell’esclusività, promuovendo la ricchezza e la diversità dei talenti individuali ed estendendo il perimetro della propria aula in ogni angolo del vissuto sociale nel quale l’educazione può generare solidarietà, condivisione, comunione”.

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