Chiese europee e migranti: card. Bagnasco (Ccee), “portare vita nuova a tutti e promuovere cultura incontro”

(foto SIR/PE)

Il fenomeno della mobilità “ci provoca come Chiesa e come società europea” per cui è necessario “portare vita nuova a tutti e promuovere la cultura dell’incontro”: è questa, secondo il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali in Europa (Ccee), la missione delle Chiese europee, così come illustrata a Papa Francesco durante l’udienza a vescovi e direttori nazionali per la pastorale dei migranti, riuniti a Roma dal 21 al 23 settembre. “L’Europa è da sempre luogo d’incontro di popoli e culture e le migrazioni hanno sempre segnato la nostra società – ha detto il card. Bagnasco -, sia perché molti connazionali ne sono partiti sia perché persone e famiglie di altre provenienze sono qui giunti. Nello stesso tempo dobbiamo riconoscere il carattere inedito dei flussi migratori in atto, flussi che hanno messo a prova più in profondità il cuore e l’intelligenza del continente”. Le ragioni di questa mobilità umana “sono molteplici e complesse”, ha ricordato, e “tutte chiedono di promuovere uno sviluppo umano ed economico più equo, che stimoli i valori della solidarietà, senza la quale non esiste una società giusta e credente”. D’altra parte, ha precisato, “siamo consapevoli che negli ultimi anni non pochi Paesi europei sono stati fortemente colpiti da crisi sociali ed economiche che hanno indebolito lo stesso progetto europeo, allentando i vincoli personali e sociali, e generando smarrimento e perplessità rispetto a questo grande esodo. Siamo preoccupati anche per questo, come per la condizione di molte famiglie, dei poveri, dei disoccupati, e di tutti coloro che soffrono nel nostro continente”. Come ribadito da Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2018, anche il card. Bagnasco è convinto che “accogliere, proteggere, promuovere e integrare” sia la chiave “per temperare disagi, disordini e paure per accompagnare un fenomeno umano così drammatico, doloroso e complesso”. Le Chiese europee rinnovano perciò l’impegno “in favore dei migranti e dei rifugiati, come pure di tante persone che sono orfane di giustizia o lacerate da dolori e privazioni, per contribuire a far sì che la storia dei popoli europei sia arricchita ancora dalla bontà concreta delle nostre comunità e dei nostri popoli”.

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