Annuncio della Parola: mons. Galantino, “senza testimonianza”, “il Kerygma resta parola astratta”

“Non c’è annunzio della Parola, Kerygma, senza testimonianza-martirio, Martyria”. Lo ha detto mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, intervenuto alla nona Convocazione ecclesiale diocesana di Campobasso-Bojano, sul tema “Kèrigma e Chiesa italiana, oggi”. In apertura del suo discorso il presule ha citato il Papa emerito, Benedetto XVI, ricordando che “l’annunzio-testimonianza non si improvvisa: trova piuttosto radicamento nella celebrazione dei sacramenti e si esprime concretamente nella Diakonia, cioè nel servizio della carità”. Un pensiero che, sottolinea mons. Galantino, trova riscontro anche nel magistero di Francesco, che “sta dando una spinta particolare proprio al recupero della continuità tra il Kerygma, la celebrazione dei divini misteri e il servizio della carità. Il Papa lo fa con l’immediatezza del suo linguaggio, la forza della testimonianza e l’insistenza domandata in un tempo, il nostro, nel quale le parole non bastano, soprattutto se a esse non si accompagna la testimonianza resa con e nel servizio della carità”. Nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium – spiega il segretario generale della Cei – Papa Francesco indica le disposizioni che aiutano ad accogliere e annunziare-testimoniare il Kerygma. “Il Papa parla di ‘vicinanza, apertura al dialogo, pazienza, accoglienza cordiale che non condanna’. Sappiamo tutti come non sempre e non da parte di tutti è pacifico l’esercizio di queste disposizioni”. Eppure, senza ciò, “il Kerygma resta parola astratta, lontana dalla vita e incapace di dare speranza e infondere passione per la vita”.

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