Terremoto in Messico: padre Narváez (Caritas), “la priorità è quella di scavare sotto le macerie per sperare di salvare delle persone”

È iniziata in Messico (ora locale) la seconda notte dopo il forte terremoto che ha colpito Città del Messico, a 120 chilometri dell’epicentro e gli stati di Morelos, Puebla, México, Tlaxcala e Guerrero e Oaxaca. Secondo il più recente bollettino emesso dalla Caritas messicana nel pomeriggio di ieri (in serata in Italia) il bilancio provvisorio delle vittime è di 248: di queste, 117 a Città del Messico, 72 nel Morelos, 43 nello stato di Puebla (7 nella capitale), 12 nello stato di México, tre nel Guerrero e uno in Oaxaca. Si continua a scavare e, informa il segretario esecutivo della Caritas messicana, padre Rogelio Narváez, “la priorità è quella di scavare sotto le macerie per sperare di salvare delle persone”. Solo a Città del Messico, informa la Protezione civile, sono 53 le persone estratte ancora in vita e 103 le persone ricoverate in ospedale.
Il bollettino della Caritas informa che “a Città del Messico 45 edifici sono crollati. Centinaia di persone si organizzano e sono al lavoro sia scavando e rimuovendo le macerie sia aiutando con al distribuzione di acqua e alimenti. Alcuni di questi edifici sono crollati diverse ore dopo il sisma e centinaia di persone sono state evacuate dagli ospedali”. In vari punti della capitale sono stati aperti centri di accoglienza e di distribuzione di alimenti. Il 40% della popolazione è senza energia elettrica, completamente o a tratti. Secondo la Caritas “mancano informazioni sulla situazione delle popolazione nelle diocesi vicine”. La Caritas messicana sta operando in stretto raccordo con la Segreteria generale della Conferenza episcopale (Cem) e aiuti stanno già giungendo dalle diocesi messicane. Al tempo stesso prosegue il coordinamento delle azioni già messe in atto per aiutare le popolazioni degli stati di Oaxaca e Chiapas colpite dal precedente terremoto del 7 settembre.

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