Corruzione: mons. Marcianò (Omi) a Guardia Finanza, “è origine del degrado e del mancato sviluppo”

foto SIR/Marco Calvarese

“La malattia della corruzione incide profondamente non solo sul singolo ma sulla società, in quanto corrode quella capacità di essere ‘corpo’ che dovrebbe contraddistinguere ogni comunità umana”: lo ha ribadito l’ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò, stamattina a Roma, nel corso della celebrazione per la festa di San Matteo, patrono della Guardia di Finanza. Presenti il comandante generale della Guardia di Finanza, autorità civili, militari e diversi rappresentati delle istituzioni, l’ordinario ha puntato l’indice contro la corruzione che, ha affermato citando Papa Francesco, “rivela una condotta anti-sociale tanto forte da sciogliere la validità dei rapporti e quindi i pilastri sui quali si fonda una società: la coesistenza fra persone e la vocazione a svilupparla” perché sostituisce “il bene comune con un interesse particolare che contamina ogni prospettiva generale”. Dalla corruzione dipende “l’origine del degrado e del mancato sviluppo, del traffico di persone, di armi, di droga” e “l’assenza dei servizi per le persone, la radice della schiavitù, della disoccupazione, dell’incuria delle città, dei beni comuni e della natura”. A tutto ciò, ha detto mons. Marcianò rivolgendosi ai presenti, “voi rispondete con i fatti: con la concretezza della missione, con un servizio che può essere germe di un autentico rinnovamento sociale, per la nostra Nazione e a livello internazionale. La vostra missione è un servizio a questo nuovo umanesimo perché, alla fine, arriva al cuore, al cuore umano. È questo l’annuncio silenzioso che accompagna il vostro operato e la cui profondità, il cui valore educativo si inserisce profondamente nell’azione evangelizzatrice della Chiesa; ed è per questo che la Chiesa, unitamente agli uomini e donne di buona volontà, non smette di dirvi il suo grazie”.

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