Alzheimer: Italia a più velocità. Famiglie chiedono aiuti economici, operatori di supporto, servizi sul territorio

Per quanto riguarda la presa in carico dei malati di  demenza senile (un milione e 240mila, di cui 600mila affetti da Alzheimer), il nostro Paese si conferma ancora una volta a più velocità. In occasione del convegno “I numeri della demenza di Alzheimer in Italia. La riorganizzazione delle Uva. Dalla diagnosi all’assistenza”, promosso oggi, XXIV Giornata mondiale dell’Alzheimer, dall’associazione Sos Alzheimer a Roma, Maria Grazia Giordano, presidente fondatore e attuale portavoce dell’associazione, spiega al Sir che nel nostro Paese si registrano “regioni virtuose” come Lombardia e Toscana che “prevedono capitoli di spesa ad hoc per fronteggiare l’emergenza socio-sanitaria-assistenziale e supportare i familiari-caregiver nel difficile lavoro dell’assistenza”. Nel Lazio, invece, “i bisogni dei malati e le richieste di aiuto dei familiari non trovano adeguato riscontro in strutture, servizi, a volte addirittura in informazioni”. I tagli operati dalla politica “hanno ulteriormente penalizzato questa fascia di pazienti, abbandonati al loro destino”. Per questo, a conclusione del convegno non a caso ospitato al Senato, Giordano illustrerà insieme a Giovanni Capobianco, primario all’Ospedale Sant’Eugenio di Roma, precise richieste da rivolgere al mondo istituzionale “perché provveda al più presto e concretamente con piani di intervento a favore dei malati e dei caregiver familiari”. Le abbiamo chiesto quali. Ecco la sua risposta: “Contributi economici per nuclei familiari indigenti; risorse per la formazione di personale specializzato da mettere a disposizione delle famiglie; servizi diagnostici territoriali con tempi più compatibili con l’evolversi della malattia; servizi assistenziali territoriali – anche non farmacologici – per i malati anche sotto la responsabilità di associazioni idonee alle prestazioni”.

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