Alzheimer: don Arice (Cei), “cultura dello scarto non aggredisca i malati”. “Sostenere la fatica delle famiglie”

“Considerare la cura degli anziani con demenza oggi, significa vigilare perché la cultura dello scarto, tante volte denunciata da papa Francesco non li aggredisca”. Ne è convinto don Carmine Arice, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, intervenuto questa mattina al convegno “I numeri della demenza di Alzheimer in Italia. La riorganizzazione delle Uva. Dalla diagnosi all’assistenza” promosso a Roma dall’associazione Sos Alzheimer, impegnata dal 2004 nell’assistenza ai pazienti e nel supporto ai familiari. Oggi, XXIV Giornata mondiale dell’Alzheimer, don Arice ricorda che “la cura degli anziani, e in particolare di quelli affetti da demenze, è un bisogno emergente” nel nostro Paese dove e “l’1,2 milioni di persone affette da patologie neurodegenerative nel giro di due decenni diventeranno quattro, concorrendo così al formarsi di una società sempre più vecchia, molto pesante a gestirsi economicamente per la mancanza di un numero sufficiente di contribuenti e decisamente impegnativa da gestire”. In Italia i posti letto nelle strutture assistenziali per anziani non superano i 290 mila (naturalmente con una concentrazione al Nord Italia 3 volte superiore a quella del Sud), “il che vuol dire che la maggioranza dei nostri malati sono a casa”. Per questo, chiosa il direttore dell’Uffico Cei, “confortare le persone affette da demenze significa anzitutto sostenere la fatica e talvolta la disperazione delle loro famiglie”.

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