Corruzione: appello del filosofo Alberti, “politici rappresentino migliori virtù del popolo e diano l’esempio”

“Siamo in un tempo di campagna elettorale. Il personale politico deve rappresentare le migliori virtù del suo popolo: è questo che ne fa dirigenza, e questa deve essere la sua ambizione. Speriamo che il personale politico e le persone di cultura diano un esempio forte e chiaro”. È l’appello del filosofo Vittorio V. Alberti, co-autore, con il cardinale Peter Turkson, del libro “Corrosione. Combattere la corruzione nella Chiesa e nella Società” (Rizzoli), con la prefazione di Papa Francesco, in seguito all’incontro che si è svolto il 16 settembre scorso nell’arcidiocesi di Monreale sul tema della corruzione. Proprio domani, 21 settembre, Papa Francesco riceverà per la prima volta in udienza speciale (alle 12.30) la Commissione parlamentare antimafia, guidata dalla presidente Rosy Bindi, in occasione del 27° anniversario dell’assassinio del giudice Rosario Livatino. All’incontro a Monreale hanno partecipato, oltre ad Alberti che ha presentato il suo libro, l’arcivescovo Michele Pennisi, il magistrato antimafia Antonino Di Matteo, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio e l’arcivescovo Silvano M. Tomasi. Tre i punti emersi dall’incontro: “Il crimine mafioso e la corruzione soffocano il respiro delle persone cancellando la loro libertà; per combattere questi cancri occorre unire tutte le forze per ricreare un senso di comunità che oggi sembra disperso; non occorre fermarsi qui: questo è l’inizio di un percorso molto serio e difficile che coinvolge, prima di tutto, la coscienza pubblica e l’educazione di noi tutti”. “Per combattere profondamente la corruzione e il crimine organizzato e mafioso oggi dilaganti – prosegue Alberti – occorre decidersi a leggere questi fenomeni nel contesto più ampio della corruzione della cultura stessa, del decadimento culturale, addirittura linguistico, del nostro tempo”. Occorre anche “avviare una riflessione generale, seria e pubblica su cosa significhino oggi le parole ‘mafia’ e ‘corruzione’, senza restare indietro facendosi travolgere dalla realtà. Il rischio per la democrazia, per la libertà, per la giustizia, per il progresso vero è fortissimo. Non possiamo attendere o perderci in buoni propositi senza esito. La crisi non è stata o è solo economica e finanziaria, ma culturale. Per questo, occorre ripartire da un nuovo dialogo pubblico”.

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