Turismo: mons. Bravi (Santa Sede), “non può che essere responsabile”. Sia “veicolo di valori e di senso”

“Il turismo, come ogni attività umana, non può che essere responsabile”. È quanto ha ribadito monsignor Maurizio Bravi, osservatore della Santa Sede presso l’Organizzazione mondiale del turismo, che in occasione del XII Forum dell’informazione cattolica per la Custodia del creato in corso a Gubbio ha parlato di mobilità umana e turismo sostenibile, “un fenomeno che negli ultimi anni è diventato particolarmente frequente e che ha segnato l’evoluzione culturale e sociale dell’umanità”. Nel suo intervento, mons. Bravi ha compiuto un excursus storico sul “pensiero della Chiesa in materia di mobilità umana”, a partire dal fenomeno migratorio fino al turismo e “all’industria turistica”. L’obiettivo della Santa Sede – ha sottolineato – è affermare che “il protagonista del turismo è l’uomo largamente inteso, desideroso di arricchire il bagaglio umano personale attraverso l’incontro con altre persone e realtà umane”. Mons. Bravi ha ricordato come fra due settimane sarà firmata in Cina la Convenzione internazionale di etica del turismo, la prima adottata dall’Organizzazione mondiale del turismo, alla cui realizzazione “la Santa Sede ha partecipato con interesse incoraggiando che siano incluse nella Convenzione la lotta allo sfruttamento della sessualità minorile e della prostituzione, il rispetto della libertà religiosa e del lavoro per una antropologia che rispetti la dignità delle persone”. Tra le potenzialità indicate da mons. Bravi, “il turismo come fonte occupazionale per ridare sostegno all’economia” e come “veicolo di valori e di senso”.

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