Pace: card. Sepe (Napoli), “sono tante le micce accese che non rendono tranquillo il nostro vivere”

“Sono tante le micce accese sulla via e sui territori della pace, che non rendono tranquillo il nostro vivere”. Lo ha detto il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, nell’omelia della Messa per la festa del patrono di Napoli San Gennaro, citando innanzitutto “il luttuoso terremoto nell’isola di Ischia e i devastanti incendi che hanno causato vittime e danni ingenti all’economia e all’ambiente”, ma anche “gli inquietanti lampi di guerra che, in varie parti del mondo, continuano a minacciare la pace da più fronti quali, ad esempio, le assurde manifestazioni di forza e di potenza nucleare, il terrorismo irrazionale, che continua a insanguinare le nostre città togliendo la vita a persone innocenti”, “le sopraffazioni, le ingiustizie, la povertà diffusa, lo scandalo dell’accumulo di risorse che trova alimento non soltanto nell’egoismo dei singoli ma nelle forme raffinate e subdole di una finanza di rapina”. Stamattina il porporato, prima della celebrazione eucaristica in duomo, ha annunciato la liquefazione del sangue di San Gennaro, al quale, nella Messa, ha invitato a chiedere “la grazia di aiutarci a riscoprire il dono della pace per noi, per la nostra Città e per il mondo intero”. Per il cardinale, “la pace non è un miracolo, non è una condizione che nasce al momento, come può essere invece una tregua. Essa va perseguita e costruita; certo può ‘cadere dal cielo’, ma per mettere radici, per attecchire e dar frutto è necessario che sia fertile il terreno che l’accoglie. E quel terreno non è altro che il nostro cuore. Il cuore di ognuno di noi”. Di qui l’invito a “guardare con occhi di pace e quindi senza escludere alcuno dal nostro sguardo, che deve essere più attento innanzitutto a chi è nel bisogno”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy