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Comece: accesso delle Chiese ai fondi Ue. Sostegno a “ambiti d’interesse generale”, quali salute, istruzione, lotta alla povertà

(Bruxelles) “C’è attesa per la riunione del Comitato economico e sociale europeo” (Cese) che si terrà i prossimi 20-21 settembre in relazione alla “adozione di un documento che possa rispondere alla preoccupazione delle Chiese e di altri attori della società civile circa l’accesso ai fondi europei”. Lo ha reso noto in un comunicato la Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) che da alcuni mesi sta seguendo la questione del quadro giuridico e la sua applicabilità in materia di contributi Ue alle Chiese. Se nel corrente quadro legale, Chiese e organizzazioni religiose sono di per sé candidabili per i fondi europei, di fatto il loro essere definite organizzazioni “non-parziali” o “non-neutrali” compromette l’esito dell’iter. Eppure compiono un servizio non indifferente in diversi “ambiti d’interesse generale”, quali salute, istruzione e formazione, pace, lotta alla povertà. È per questo che “la Comece invita il Cese a riconoscere” questo “ruolo e contributo importanti” nonché “la necessità di migliorare i processi e le decisioni di allocazione dei finanziamenti per renderli più favorevole per le Chiese”, semplificando ad esempio le procedure amministrative e rivedendo le regole per progetti piccoli o medi. Del resto anche il Rapporto della commissione per lo sviluppo del Parlamento europeo parla delle Chiese e delle organizzazioni religiose come “attori importanti” e soggetti che sulla base del diritto Ue dovrebbe essere sovvenzionabili senza discriminazioni.

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