Accoglienza: Como, un anno fa l’apertura del campo per migranti in transito. Caritas, “situazione difficile per i minori”

Il 19 settembre 2016 – esattamente un anno fa – apriva i battenti a Como il campo per migranti in transito di via Regina Teodolinda gestito dalla Croce Rossa su indicazione della Prefettura. Nato per accogliere i migranti in transito accampati nei giardini della stazione S. Giovanni, il campo al 15 settembre 2017 era occupato solo per la metà dei posti: le persone accolte erano infatti 191 su una capienza massima di 400 (50 container da otto posti ciascuno). Un calo nelle presenze che dura ormai da mesi. “Questa diminuzione negli arrivi – spiega Roberto Ciriminna, referente della Caritas diocesana di Como all’interno del centro – è dovuta a due fattori: da una parte al rallentamento dei flussi di migranti in transito verso la Svizzera e dall’altro al calo dei trasferimenti che avvengono all’interno dell’operazione Mare Norstrum. Una situazione che riflette chiaramente le conseguenze di quanto sta avvenendo in Libia e nel Mediterraneo. Attualmente registriamo 4 o 5 nuovi arrivi al giorno”. Fin dall’apertura Caritas è presente all’interno del campo con alcuni operatori che si occupano dell’avvio delle pratiche legali per il riconoscimento della protezione internazionale. Dei 191 migranti presenti al 15 settembre 41 erano i richiedenti asilo arrivati tramite l’operazione Mare Nostrum, mentre 43 erano i minori stranieri non accompagnati (di cui 6 ragazze); un dato in forte calo rispetto ai mesi precedenti. Secondo l’operatore, “la situazione dei minori resta però la più difficile” perché – data la mancanza di strutture di accoglienza per minori sul territorio – “la loro permanenza nel campo può durare anche fino a 6 mesi”. Un’anomalia rispetto alla normativa vigente che prevede l’accoglienza dei minori in apposite strutture.

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