Cortile di Francesco: De Kerchove (sociologo), oggi domina “democratura”, cioè “governo dell’algoritmo”

(dall’inviata ad Assisi) “Democratura”, cioè “dittatura condivisa con il popolo”, o “governo dell’algoritmo”. Il sociologo Derrick De Kerchove, intervenuto oggi al “Cortile di Francesco”, ha usato questo neologismo creato da lui per delineare gli scenari che l’avvento del digitale ha prodotto  nella società. L’esempio da cui è partito è la “smart city” in cui si è trasformata oggi Singapore, dove grazie ad una sorta di “grande fratello” sviluppatosi attraverso lo sviluppo velocissimo delle nuove tecnologie è diventata in poco tempo un luogo “dove tutto si può sapere sempre e applicare subito, grazie a sistemi di sorveglianza dentro e fuori casa, dentro e fuori il nostro corpo”. Una sorta, dunque, di “governo di algoritmo” che produce “gente in stato confessionale permanente”, grazie ai “big data” che consentano di “prevedere i bisogni e di soddisfarli”. Nell’evoluzione del mondo digitale, in altre parole, “tutto è trasparente, connesso, mediato”: tuttavia, “la democratura non è democratica”, perché  i “big data” non sono accessibili al pubblico. C’è poi, per De Kerchove, il problema dell'”incrocio digitale”, cioè “di tutto quello che si sa su di te e che tu non sai. Più si sa su di te, meno tu esisti: stiamo delegando la nostra intimità ad un sistema di sorveglianza esterno, e tutto ciò opera un rovesciamento morale”.

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