Patriarca Bartolomeo: visita a Monte Sole Bologna, “solo la convivenza pacifica e il dialogo possono risolvere ogni incomprensione”

“Speravamo che simili nefandezze non potessero più perpetrarsi in nessuna area del mondo, ma gli anni che sono seguiti, purtroppo ci hanno dimostrato che l’umanità troppo spesso dimentica quanto ha vissuto e si lascia trascinare da ideologie e dottrine, dimentiche della dignità dell’uomo, di ogni essere vivente, della convivenza sociale, dell’ambiente e della cultura di ogni popolo”. Lo ha detto questo pomeriggio il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo durante la sua visita informale al monastero di Monte Sole, luogo dell’eccidio, noto anche come Strage di Marzabotto, che si consumò tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 ad opera delle SS tedesche in un’operazione anti-partigiana volta alla bonifica di un vasto territorio sull’Appennino bolognese.
Su questi luoghi di memoria, Bartolomeo lancia un grido: “Anche ai nostri giorni troppo spesso siamo scossi da efferatezze che annullano la persona umana, che violentano le coscienze e le convinzioni religiose e culturali di alcuni, in nome di assolutismi ideologici e di pensiero di altri. E troppo spesso sono proprio i cristiani, più di altri, che vengono per la maggior parte attaccati e perseguitati per la loro fede in Gesù Cristo. Davanti a questi avvenimenti non abbiamo il diritto di tacere, ma dobbiamo testimoniare insieme, che solo la convivenza pacifica, il rispetto reciproco ed il dialogo tra le culture e tra le fedi possono risolvere ogni eventuale incomprensione”. Bartolomeo torna a parlare dell’ambiente. “Viviamo insieme nella casa comune che il Creatore di ogni cosa ha affidato all’umanità, perché possa progredire umanamente e spiritualmente. Non siamo padroni di questa casa, ma siamo ospiti di essa e come tali abbiamo il dovere di camminare assieme, di essere fratelli, con le nostre convinzioni e particolarità, rispettosi del credere e del vivere altrui”. E da questi luoghi, il Patriarca invita i cristiani a non perdere la speranza poiché – dice – “sono divenuti territori di pace e riconciliazione”. E conclude: “La felice intuizione di don Giuseppe Dossetti di fondare qui una comunità monastica, dedita alla preghiera, alla Scrittura, allo studio, ci portano a sperare cristianamente sul superamento anche delle grandi crisi internazionali, che attanagliano troppi luoghi della terra”.

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