Commercio e sviluppo: Rapporto Unctad, “finanza senza controllo, potere e profitti solo per poche grandi imprese”

Nel mondo cresce ulteriormente la disuguaglianza dei redditi perché aumenta il peso di un settore finanziario “non debitamente controllato” e per la concentrazione del potere e dei profitti nelle mani di poche imprese “vincitrici”, soprattutto nei settori farmaceutico, mass media, tecnologie di comunicazione. È quanto emerge dal Rapporto sul commercio e lo sviluppo 2017, intitolato “Oltre l’austerità: verso un nuovo corso per l’economia globale”, presentato oggi in Italia nella sede della Radio Vaticana a Roma (e in contemporanea a livello mondiale). Secondo le Nazioni Unite “l’incapacità di regolamentare i mercati finanziari e di affrontare le disuguaglianze profonde, che hanno generato, minaccia di rendere vani gli sforzi della comunità internazionale volti a costruire economie più inclusive”. Negli ultimi anni, ad esempio, “la capitalizzazione complessiva del settore bancario è più che raddoppiata rispetto agli anni ’90” e il peso del settore bancario in molti Paesi avanzati è “nell’ordine dei cento trilioni di dollari”. Anche nelle economie in transizione e in via di sviluppo “vi sono picchi al di sopra del 200% del Pil”. Nello stesso tempo le grandi aziende “sono ormai diventate in grado di alterare le regole del gioco a loro beneficio e di aumentare progressivamente i profitti”: tra il 1995 ed il 2015 i profitti “in eccesso” delle “vincitrici” sono cresciuti dal 4 al 23% dei profitti totali per tutte le imprese e dal 19 al 40% per le imprese maggiori. Però, a fronte di un controllo sempre maggiore dei mercati “la loro quota occupazionale non è aumentata proporzionalmente”. “Siamo di fronte ad un mondo di profitti senza prosperità – ha affermato Mukhisa Kituyi, segretario generale Unctad – in cui il potere di mercato asimmetrico rappresenta una delle principali cause dell’aumento della disuguaglianza nella distribuzione dei redditi”.

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