“Una tappa fondamentale per il nostro Paese. Il Papa ci convoca per chiederci di credere nel nostro cambiamento, è un momento storico”. Brillano i due occhi vivacissimi, un tempo impauriti e oggi pieni di speranza, di William, un ex bambino soldato che vive nella Ciudad Don Bosco di Medellín, gestita dai salesiani e diretta da padre Rafael Bejarano. Qui è attivo da oltre 15 anni un progetto “CAE Construyendo Sueños”, che ha reinserito socialmente circa 2.500 bambini soldato fuggiti dalla guerriglia (Farc o Eln) o catturati dall’esercito, i cosideddetti desvinculados. Tra questi, c’è anche William. Aveva 13 anni quando è entrato nella guerriglia, “non proprio per costrizione, ma i capi avevano il controllo del territorio, ci radunavano – racconta al Sir -. Lo Stato era lontano, la mia famiglia era molto povera e non avevo la possibilità di studiare. Stando con la guerriglia ho visto qualsiasi tipo di violenza”. Dopo quattro anni è riuscito a fuggire ed è approdato alla Ciudad Don Bosco. “È stata la mia salvezza, una tappa fondamentale”. William crede che l’accordo di pace sia una grande possibilità per il Paese: “Recentemente ho visto il mio ex capo della guerriglia, all’inizio non mi aveva riconosciuto. Continuava a chiedermi scusa, io l’ho perdonato, e abbiamo pianto insieme. La riconciliazione è una grande opportunità”. Ora William lavora dentro la Ciudad Don Bosco e segue i ragazzi che seguono il percorso che lui ha già fatto. E l’8 settembre sarà a Medellín alla messa di papa Francesco: “Ci sarà tanta gente, ma spero di vederlo da vicino”.