Attacco a chiesa Nigeria: la condanna della diocesi di Nnewi. Illeso il parroco, ma non era terrorismo

La comunità cattolica nigeriana reagisce con dolore e sdegno all’attacco di ieri mattina all’alba nella chiesa di St Philiph di Ozobulu, nello Stato Anambra nella Nigeria meridionale, abitato prevalentemente dagli ibo, un’etnia a forte maggioranza cristiana. Secondo fonti locali i morti sono 11 e i feriti una ventina. Dalle ultime notizie risulta non fosse un attacco terroristico ma una sorta di regolamento di conti nell’ambito del traffico di droga e della criminalità.  Il parroco di St Philips, padre Jude Onwuaso, è rimasto illeso e ha raccontato ai media locali che “un uomo sconosciuto è entrato in chiesa, ha sparato a un uomo, prima di colpire indiscriminatamente gli altri fedeli”.  La diocesi di Nnewi, tramite il direttore delle comunicazioni sociali don Hygi Aghaulor, ha duramente condannato l’attacco:  “Cosa può portare ad aprire il fuoco su fedeli innocenti, tra cui bambini e donne, di domenica mattina?”. La diocesi invita i parrocchiani “a non scoraggiarsi e non smettere di praticare la fede”. Anche l’Associazione cristiana di Nigeria (Can) ha condannato l’attacco, chiedendo alle forze dell’ordine di assicurare i colpevoli alla giustizia. I giovani della Can pensano che l’attacco sia stato possibile anche per la mancanza di sicurezza nella zona. Il responsabile Daniel Kadzai ha denunciato uno “scarico di responsabilità da parte delle agenzie statali incaricate della sicurezza” e chiesto l’arresto dei responsabili “di questo crimine in stile terroristico entro le prossime 48 ore”. Le autorità locali hanno visitato la chiesa e anche il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari ha definito l’attacco “un crimine contro l’umanità e un innominabile sacrilegio”.

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