Messico: organizzazioni sociali, impunito il 99% dei delitti contro i migranti

Il rapporto “L’accesso alla giustizia per le persone migranti in Messico: un diritto che esiste solo sulla carta”, diffuso di recente da una rete di organizzazioni, associazioni, Case del migrante, in vari casi espressione del mondo cattolico, fotografa una situazione di sostanziale impunità per coloro che commettono delitti contro persone migranti che attraversano il territorio messicano.
Secondo le cifre ufficiali nel periodo che va dal 2014 al 2016, su un totale di 5.824 delitti avvenuti negli stati di Sonora, Coahuila, Chiapas, Tabasco, Oaxaca o a livello federale, si è arrivati ad una sentenza solo 49 volte. In pratica l’impunità è del 99%. Il rapporto fa notare che, nonostante in Messico esistano giudici specializzati in migrazioni, rimangono ostacoli gravi per la denuncia e la successiva indagine di delitti di questo tipo: “Le autorità non sono facilmente raggiungibili nei luoghi in cui stazionano i migranti e neppure in altre località”. In tal modo, “le vittime non hanno fiducia nelle autorità”. Si denuncia inoltre la mancanza di coordinamento tra i diversi livelli (federale e locale) dell’amministrazione della giustizia.
Il documento sottolinea che le autorità messicane spiegano questo fenomeno di impunità con il fatto che i migranti si spostano continuamente, ma che invece “le autorità messicane hanno a disposizione diversi mezzi per portare avanti le indagini. Tra le organizzazioni firmatarie, sono legate alla Chiesa la Casa del Migrante di Saltillo, la casa di accoglienza “Fratelli in cammino” (gestita da padre Solalinde), l’associazione “72 Hogar-Refugio per persone migranti”, il “Centro comunitario di aiuto ai migranti” e il “Centro comunitario di attenzione al migrante e alla persona bisognosa”.

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