Don Milani: Taranto, ieri un incontro per ricordare il priore di Barbiana

“Ho letto la Messa e l’ho trovata più interessante di Pirandello e di ‘Sei personaggi in cerca d’autore”. È la confessione di un ragazzo ebreo, dell’alta borghesia di Firenze, a un suo amico, dopo aver scoperto per caso un antico messale. È forse il primo approccio mistico di don Lorenzo Milani alla fede. Ieri Taranto ha ricordato la figura del priore di Barbiana, dalla famiglia d’origine all’incontro con don Raffaele Bensi, decisivo per la scelta di divenire sacerdote, dagli anni a San Donato di Calenzano al trasferimento alla Barbiana, con il titolo di priore di un paesino di di 120 anime, dall’ostracizzazione della Chiesa dell’epoca per il libro “Esperienze pastorali”, fino alla testimonianza forte a favore dell’obiezione di coscienza alla leva militare obbligatoria, che gli costò una condanna a 5 mesi e dieci giorni per istigazione a delinquere. Una condanna mai scontata perché la morte per tumore arrivò prima della “giustizia” degli uomini. L’incontro nel tarantino è stato promosso dalla biblioteca della parrocchia Regina Pacis di Lama, con ospite d’eccezione il vicedirettore dw “La Civiltà Cattolica”, don Giancarlo Pani, la testimonianza del dirigente scolastico del liceo classico Tito Livio, Gualberto Carducci ed alcuni videodocumentari del regista Salvatore Tomai.“Quando nel 1954 viene trasferito alla Barbiana – ha raccontato don Pani – sua madre è molto preoccupata. Lì non c’è acqua corrente, la luce arriverà dopo un decennio, le strade sono sterrate, una posta o una farmacia neanche a dirlo. La scuola, fatta 365 giorni all’anno per dodici ore, con le materie classiche e lo studio della Costituzione al mattino e la lettura critica dei giornali nel pomeriggio, diventa, per sua stessa definizione, l’ottavo sacramento. Senza cultura per lui non poteva esserci neanche fede, intesa come reale approccio al Mistero e non come una serie di pratiche devozionali. Nel suo ‘Esperienze Pastorali’, la questione di fondo è proprio il perché la cultura religiosa sia vuota e don Milani contesta anche il sistema dell’ oratorio, che parte dal gioco, dal cinema, per attrarre giovani ma che non suscita domande di senso e relega la preghiera ad obbligo”.

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